Racconti in città / Succede in città

Succede in città

n un giorno qualsiasi, con il solito traffico impazzito, lo smog ed il rumore ad altissimo livello può accadere che squilli incessantemente il cellulare nel momento e nel luogo meno opportuno.

Il tempo di accostare il veicolo e una voce con timbro molto formale, qualificandosi per agente assicurativo, chiede insistentemente ragguagli e particolari circa un incidente stradale che si è verificato in un’altra città in cui sarebbe stato coinvolto il veicolo di mia proprietà.

Non serve a nulla far presente di non essere assolutamente coinvolto in quell’episodio, di non essere mai stato in quella città e non conoscere la persona coinvolta nel fatto in oggetto; passano pochi giorni e su carta intestata la compagnia assicurativa ripete date e dettagli chiedendo elementi ulteriori per un eventuale rimborso danni in quanto in quell’incidente sarei parte lesa.

Resto basito nell’accorgermi che corrispondono esattamente il tipo di vettura, la targa in ogni suo dettaglio ma, essendo oltretutto anche parte lesa, penso ad uno sbaglio di dati e lascio cadere il tutto archiviando la lettera.

Intanto si scatena nella mente una ridda di ipotesi e illazioni, con la ricerca del presunto truffatore, uno spasmodico alternarsi di numeri di targa che si incrociano davanti ai miei occhi durante il giorno, componendo e scomponendo numeri e lettere come in un puzzle impazzito che si ripete senza fine.

Ipotesi di targhe tra loro simili, simili e adeguate, targhe differenti ma artefatte o modificate,

in un pazzesco balletto di numeri che sfianca la mente e non fornisce soluzione alcuna.

Immaginare tra mille il volto del conducente della mia presunta macchina, il suo sorriso malizioso e beffardo nell’architettare l’inganno mentre io, totalmente all’oscuro di tutto, vivevo tranquillamente le mie giornate.

Intanto la città viveva il suo traffico, i suoi ritmi esasperati fatti di passaggi di autovetture con targhe che si sovrapponevano, lettere e numeri che sparivano e comparivano in un attimo simili e diverse.

L’arrivo di altra corrispondenza relativa al fatto mi incuriosiva vieppiù circa le modalità dell’organizzazione dell’artefizio confondendomi nel contempo circa le modalità di soluzione del caso nel quale mi trovavo coinvolto mio malgrado e da cui ero totalmente estraneo.

Ormai ero deciso ad andare sino in fondo con telefonate alla Società Assicuratrice non reperibile telefonicamente, al liquidatore che chiedeva ragguagli al fine di poter evadere la pratica fino a ricorrere alla locale stazione dei carabinieri per una eventuale denuncia cautelativa.

Un’ultima email diretta alla Società Assicuratrice in cui, con tono fermo e deciso, si pregava di non disturbare oltremodo ha portato alla conclusione del fatto con una risposta di tre righe in cui si ammetteva l’errore di targa da cui tutto era nato.

La cosa non mi ha convinto, ma ne ho preso atto e da quel giorno nessuno si è più sentito…..ma sarà davvero finita?

Guido Di Sepio
Roma

 

 

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